Il diario personale-Il libro più bello

scriverediarioIL DIARIO PERSONALE, IL LIBRO PIU’ BELLO
Pur avendo a disposizione molti mezzi oggi per comunicare e farci conoscere, appare sempre più chiaramente quanto si stia perdendo l’uso di antichi e affascinanti linguaggi, da molto tempo impiegati per raggiungere le persone più importanti, ma anche quelle di cui si sa poco, e a cui vorremmo far capire meglio chi siamo, per ricevere la loro fiducia.
Dove sono andate a finire le care vecchie lettere? Quelle su carta colorata, profumata, a volte stropicciata per il viaggio. Con righe scritte a getto, con cancellature ed errori ma cosi comprensibili, vere, sincere!
Come si può avere il coraggio di chiamare “diario”, una serie di frasi e condivisioni, pari a poche parole soprattutto di commento, al lamentarsi dei soliti problemi, quali il tempo, oppure al mostrare sempre e solo i soliti luoghi comuni, senza seminare alcuno spunto per andare oltre. Si mostra-dimostra e basta, parliamo in realtà molto poco. L’arte dello scrivere dal cuore pare svanita. Ci si commuove sempre meno ascoltando e leggendo,  ci attira la biografia del solito che passa in televisione e prende i soldi dalla pubblicità, mentre ci lasciamo sfuggire il libro più bello mai scritto, la nostra vita e quella di chi ci ha conosciuto davvero.  

LE LETTERE DIVENGONO ROMANZI
leggereletteraNel passato pur non essendoci dei veri e propri diari fisici, si aveva l’abitudine di riunire le lettere scritte ai propri amici o parenti lontani, e in quelle vi era un’umanità senza alcun pari. Infatti molti celebri libri non prendono dalla realtà ma sono composti sotto forma di lettere scambiate per renderli più sentiti e toccanti. Si è potuto conoscere meglio alcuni periodi della storia con tali reperti, come anche noi ci sentissimo parte di quelle vittorie oppure delle sconfitte descritte. Pare che nelle lettere cartacee non vi sia alcuna maschera, o filtro, e lo scandalo più grande non viene dalle confidenze, bensì nello scoprire come la società possa pretendere di nascondere il meglio di ognuno di noi, per darci la possibilità di farne parte da protagonisti e non reietti. Una lettera può raggiungere ogni parte del mondo, con il suo tempo di attesa, ma l’emozione che porta con sé è impareggiabile. Rimane poi li fisicamente, anche se finisce in un cassetto, non va dispersa , dimenticata del tutto, un giorno avrà ancora qualcosa di dirci al momento giusto. Oggi, vedere in posta elettronica, una frase, un augurio di nuova speranza, una immagine con qualche riga ritagliata da un’altra fonte e spedita ad altre centinaia di persone prese da una rubrica già compilata, non ci da la sensazione sia davvero un dono speciale solo per noi, per chi siamo. Sembra piuttosto, sbrigativamente una briciola di affetto, sparsa nel vento, un qualcosa di dovuto perché lo fanno gli altri, manca di base il vero senso della festa, che non è il regalo fisico ma l’affetto che ci spinge a farlo.
L’aprirsi interiore è il primo dono di quello che dovrebbe divenire poi uno scambio, non preteso, bensì spontaneo.

TEMPO AL TEMPO
ScriverediarioCom’ è potuto mai cambiare cosi il nostro modo di comunicare? Dove sarà finito quello stesso tempo che prima si aveva per fermarsi un attimo, prendere carta e penna, facendo il punto della situazione, senza per forza dover accendere un apparecchio elettrico ogni giorno. Mi è capitato di vedere una trasmissione che parlava di “Second life”, spero di non farvi venire troppa curiosità per queste nuove realtà, chi le crea dice semplicemente che è tutto tempo preso ad esempio alla televisione, e che rispetto a questa è pure più educativo, rende attivi e migliori pure nel mondo reale … ma poi ti senti anche dire che c’è gente che sta facendo soldi vendendo Avatar di queste stesse piattaforme, carichi di ore e ore di navigazione. Praticamente dentro dei programmi, si vive una vita “normale”, è  una vera e propria città virtuale, e non sei neppure te stesso ma chi vorresti, facendo e creando ogni momento situazioni davvero surreali. Di certo non è cosi che si comincia a scrivere, della propria vita anche se c’è chi ha trovato il modo di venderci i propri libri . E’ poi anche certo che in quelle ore (che durano ben più di un film) che stai nella tua seconda vita, non ti fermi a pensare ai veri problemi che hai intorno, e neppure a quelle persone che avrebbero bisogno di tue parole di comprensione e conforto. Sembra che la trappola della libertà di rete, ci stia invece portando sempre più a non poterne uscire. E’ tutta una corsa a inventarsi un modo nuovo per fare soldi o essere qualcuno (che non si è). Dimenticando infine davvero chi siamo.
Il tempo è sempre quello, ci hanno solo riempiti sia di ostacoli giornalieri da superare, che di giocattoli nuovi e pericolosi per distrarci, e quando finalmente si potrebbe capire cosa fare per uscirne, ecco che qualcosa è già li pronta per intrattenerci ulteriormente.
Nei fatti non stiamo migliorando la nostra vita, semplicemente ci stiamo perdendo il meglio senza accorgercene.

QUELLE PAGINE STRAPPATE
Se veramente non siamo cosi drogati delle nostre solite abitudini. Allora avremmo quella mezzora ogni giorno per sederci, aprire le pagine bianche e riempirle; scriviamo quindi quello che sentiamo dentro,  accorgiamoci  se
qualcosa di importante e diversa c’è stata da differenziare alle altre, annotiamola. Descriviamo il nostro male sia fisico che morale, come se quel diario personale fosse l’amico che sa tutto di noi, sempre in parte anche se non lo vediamo, dall’inizio alla fine della giornata, e a cui dobbiamo però spiegare il sentimento messo dentro ogni azione. Nei momenti di smarrimento che si hanno non dico ogni giorno ma periodicamente, rileggendoci, potremmo scoprire come ci siano meccanismi che si ripetono uguali, quasi alla perfezione, solo che ce ne scordiamo. Nel diario personale noteremo anche come faccia parte di noi, lo stesso sogno e bisogno d’amore, anno dopo anno; vedremo chiaramente come cadiamo sempre nei soliti errori, i punti precisi che ci hanno portato fino a qui. scrivere-pc-cartaSe nelle nostre pagine web mettessimo tale sentimento e sincerità, oltre che belle frasette che possono piacere a tutti, allora si che cambierebbe realmente qualcosa; si ha paura di mostrare punti deboli, mentre in realtà con tale sincerità esisterebbero meno nemici. Se si viene umiliati, disprezzati, invidiati è perché ostentiamo solo una parte di noi che crediamo la più forte, e non tutto il nostro essere. Se il mondo leggesse il nostro diario cartaceo, non sarebbe più in guerra con noi. Nuovamente voglio dividere il mondo dentro e quello fuori dalla rete, ci sono tantissime persone che non usano internet, o quei social base e semplici a cui si è cosi abituati.  Il senso di aprire il diario, è quello di aprirsi ovunque, tornando anche a vecchi metodi, più diretti e umani, che danno molto più del tempo tolto per tante inutilità. Cominciare a scrivere a sé stessi è un primo passo per raggiungere poi gli altri.

ALCUNI DIARI FAMOSI
Interessante la ricerca di diari scritti, che possano essere l’esempio di come, in questo modo si lascia indubbiamente un segno a chi verrà anche dopo di noi. Ce ne sarebbe un elenco enorme da fare, e potrete trovarlo facilmente in rete, sono però alla ricerca di quelli, dimenticati o per altre ragioni lasciati in un cassetto ben chiuso … penso al diario personale scritto da certe mistiche religiose, primo fra tutti quello da 22000 pagine di Veronica Giuliani (santa), chiamato “Tesoro nascosto”, in qualche modo ottenebrato perchè ritenuto al limite dello sconveniente. Passo poi a una trasmissione televisiva che ha creato un personaggio piuttosto controverso, parlo di Laura Palmer; quella che sembrava a tutti una normale ragazzina, svela nelle indagini dopo la sua morte, una vita parallela oscura, fatta di droga e prostituzione. Nel suo diario, più ci addentriamo negli anni che scorrono da quando è bambina, e più abbassiamo il dito accusatore, c’è davvero molto da scoprire ben prima del macabro epilogo. Molti diari come questo sono pubblicati in libri, ma che siano genuini è tutt’altro discorso, ecco quindi che ci ritorna sempre in mente il più famoso titolo scolastico: il diario di Anna Frank. Questo è un vero documento che narra come le famiglie ebree ricercate a quei tempi, si sentissero, e cercassero la salvezza di fronte a un pezzo di storia recente tra i più cruenti. Oppure anche Christiane F. che parla del disagio giovanile con i risvolti più difficili  dovuti alla dipendenza dalla droga e tutto ciò che gli gira intorno.
Penso però che manchino ancora diari che descrivano a pieno questo periodo che stiamo passando, perché dobbiamo avere il coraggio di cominciarlo oppure di mostrarlo a qualcuno. Nello spazio chiamato lo scriba del cuore di questo blog, aprirò volentieri le porte a chi vorrà condividere queste sue preziose pagine.

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