L’EPOPEA BARBABLU analisi moderna della fiaba

BARBABLU ANALISI DELLA FIABA

UN MONDO IN PIENA EPOPEA BARBABLU’. Non per niente ho scelto la favola di Barbablù a titolo di una personale iniziativa: quella di fare alcune grandi osservazioni   alla “società” intera, prendendo come spunto le care vecchie piccole favole e la loro inevitabile morale finale. Mai come oggi ci troviamo in piena epopea Barbablù, se rileggiamo attentamente  questa famosissima storiella, ognuno di noi potrà trarne un pezzo di vita con cui ha avuto a che fare, anche indirettamente, quelli per sentito dire per capirci, in quei  piccoli pettegolezzi da bar, fino ai raccapriccianti  fatti di cronaca  più mondiali . Comincerei quindi da un’analisi tra le righe, portandola poi più direttamente  ai rapporti sentimentali veri e propri  dei nostri giorni. Possiamo associare l’uomo dalla barba blu, il fulcro di tutta la storiella, a un individuo che è in grado di attirare, nonostante abbia non pochi difetti e zone d’ombra. Per lui si può chiudere un occhio, anche due, appena siamo messi di fronte alle sue proprietà, al suo prestigio; possiamo persino fare uno strappo allo strano caso che lo seguirà sempre, di tutte quelle mogli scomparse. La protagonista, questa dolce fanciulla, dopotutto lo trova anche gradevole, sembra acconsentire inizialmente, a una unione fissa soprattutto per la sicurezza materiale che ne ricaverebbe. Gente, luoghi, oggetti da amministrare, e le molte situazioni cosi promettenti legate ad essi, sono sicuramente in grado di allettare l’esistenza di chi come lei, arriva da una realtà più povera seppure genuina. Quindi all’inizio, si può dire che ingenuamente si è più propensi a non ascoltare troppo quella vocina profonda fatta di dubbi che possono nascere, facendo uno più uno. Si vuole passare direttamente a gustare la prima portata.        Come per esempio se pensiamo all’incontro di un uomo e una donna ormai di una certa età che vivono soli, casi ora sempre più numerosi. Che sia fatalità, questo ritrovarsi soli “ingiustamente” in ogni singolo caso, pare fin troppo strano già a un primo sguardo, anche se c’è da dire, ci sono anche ottime giustificazioni per poterlo spiegare, se viene fatto notare. Le trafile di queste “scuse”  sono pressoché infinite anche se si possono riassumere tutte sotto lo stesso intento, quello di piacere : Sono stato\a sfortunato\a, sono separato\a, sono un\a disilluso\a, sono abituato\a cosi, sono troppo fuori dalle righe … etc. Ma sempre meno a un primo incontro si fanno domande troppo vicine al centro dell’obiettivo, si accetta fondamentalmente quello che ci viene mostrato, bello impachettato con i suoi ingredienti più appetitosi, bene in vista sull’etichetta preparata uguale per tutti i “clienti” di passaggio, quindi in base a questo si deve e si sceglie di “provare”, rendendosi in realtà pasto di perfetti sconosciuti. Veramente in pochi mostrano le loro fragilità, ormai l’ordinaria legge dell’approccio  è quella di non mostrarsi ma apparire come chi vorremmo essere. Si sceglie quindi di intraprendere un legame, con estrema facilità nonostante ci siano dal principio già fin troppi muri e punti di domanda, lasciati semplicemente da parte. Torniamo a collegarci alla favola di Barbablù. Dopo una breve intensa felicità iniziale, quando entrata di diritto nella “casa” da moglie, la nostra bella fanciulla, si ritrova con tutte le chiavi delle stanze in mano. La fiducia è stata riposta in lei quindi … magari al massimo in un ragionamento contrario, potremmo anche pensare che il marito cosi bizzarro, la stia mettendo alla prova, sperando di comprendere , possa essere lei  finalmente, la compagna giusta per la vita.  E lo fa praticamente da subito. In qualche modo anche i suoi tempi stringono, c’è questa impellenza che si avverte, il bisogno di bruciare le tappe, come se in fondo  già sapesse però  l’esito e quello che ne seguiterà.

La chiave che mette a disposizione, pur imponendo di non usarla per nessun motivo, può infatti essere anche una via di fuga, pulita, senza sensi di colpa, ed estremamente fredda, spera forse già in una sconfitta? Per ripetere cosi tutto da capo? C’è della serialità nelle sue scelte? Può infatti dire  sempre questo in seguito: << Ti ho dato la chiave >>  uguale a << sapevi che in quella stanza non dovevi entrare e che quindi qualcosa non doveva essere vista >> << Sapevi a cosa andavi incontro! >> <<  Sono stato sincero!>> <<  Hai agito contro la mia buona volontà, quella di darti tutta la mia fiducia >>. La donna nella sua perspicacia ha accettato inizialmente l’unione con un individuo tanto controverso,  per poi andare dritta alla stanza della “verità” quella che avrebbe tolto tutto ciò che di buono c’è stato prima. L’uomo poteva nascondere totalmente i suoi misfatti passati, invece ha dato  “la chiave” sapendo in cuor suo, con molta probabilità quel che sarebbe nuovamente accaduto, in nessuno dei due casi, sia di lei che di lui, si tratta di amore. Troppe unioni nascono cosi, ci sono prede e cacciatori, e ciò che infine può salvare da tutto il male, di unioni sbagliate,  cancellando la causa centrale, rimane la famiglia, sempre vicina e che ascolta il nostro richiamo di aiuto sincero. La stessa famiglia comunque che ha appoggiato inizialmente l’inizio della tragedia, qui il mezzo è visto come un contratto matrimoniale in stile vecchi tempi, oggi potremmo usare come modello di esempio, temi come: l’educazione, l’esempio, la troppa libertà di scelta che viene data ai figli, il lasciarli troppo alla mercé di una società basata sul profitto personale. Vorrei  ripetere il significato che do alla parola “AMORE”, non riguarda solo rapporti di coppia ma si estende ancor più maggiormente, verso famiglia, amicizia, conoscenze, lavoro, piccoli scambi quotidiani, e anche tutto quello che fa parte del loro perfetto contrario:  rivalità, invidia, incomprensione, ignoranza. Qualsiasi cosa che dentro di noi genera un sentimento, entra a far parte della nostra vita, lasciandoci in seguito un ricordo, un opinione, un idea, un’associazione; quindi nulla è davvero piccolo se può rivoluzionare in qualche modo il nostro “mondo interiore”. Ogni volta, le nostre scelte vengono prese in base a istinto e testa, mentre quella parte più profonda, chiamata “cuore”, avvisa ripetutamente di quello che a tempo succederà, ma ascoltare costa davvero molto, e si preferisce imbarcarsi alla cieca , fidando della propria grandissima conoscenza e abilità, nell’ uscire in ogni momento dal pericolo e con le nostre sole forze! Che stoltezza! Si cade e si ricade sempre sugli stessi punti, e pur di non darci per vinti, ce la prendiamo con un mucchio di altre cause, per non risolvere appieno, il vero problema. Ce la prendiamo pure con il mostro, che pensavamo di redimere forse con la nostra unicità, infallibilità, invece eccoci la sua ottava, nona … centesima vittima. Che dovevamo fare allora?

Volevi le ricchezze e non l’amore, ma hai chiesto ancora di più.

Volevi l’amore ma hai scelto il compromesso.

Volevi aiutare un’anima persa,  ma dovevi dimenticarti di quella chiave per molto molto tempo.

Ancor meglio sarebbe stato rimanere fuori da quella “casa”, impregnata di angoscia e dolore, portando fuori il suo abitante verso un luogo dove poter ricominciare, intanto per prima cosa nel ricredersi dalle esperienze passate.

Molti si riconosceranno anche nel mostro Barbablù. Questa dualità di bravo marito e orco bifolco, non nasce dal nulla ma da tanta sofferenza, sicuramente accresciuta in quel primo omicidio, nascosto poi  fino all’estremo. Osserviamo un po’ distrattamente, la sua inconscia ricerca,  di tornare a una normalità con l’impossibilità di raggiungerla, non potendo comunicare appieno il suo problema.  Quello che chiamiamo “il mostro”, ci da una chiave in mano, come volontà inconscia anche a essere scoperto. Ha chiuso per anni i proprio errori in una stanza, e questo vuol dire non poter condividere il tutto di sé, ogni prova di chi sia veramente “adesso” rimarrà li dentro, lontana da tutto. Questo allontanerà pure, le persone  in buona fede che vogliono amarlo e di conseguenza aiutarlo; finiranno anzi per divenire,  una nuova possibilità per continuare nei suoi misfatti. Le prime vittime si è scoperto da tempo, sono sempre le persone più vicine e questo è un dato di fatto. Allora a volerla mettere giù bene, dopo tali riflessioni possiamo dire con chiarezza. In chi ci riconosciamo, nel mostro?! O nella fanciulla?!

                                                       Siamo entrambi.

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