LETTERINA A… Il nuovo anno 2015

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Anche se non inviate a una persona reale o al suo archetipo di tipo fantastico, con il Babbo vestito di rosso ed i suoi aiutanti in testa, ecco le mie ultime riflessioni rivolte direttamente all’anno che sta nascendo, con qualche richiesta ma pure consigli affinché il bel bimbo 2015, possa in più campi possibili venire incontro a tutti, e con il sorriso naturalmente. Senza voler togliere assolutamente nulla al lavoro di comici, diventati ormai sempre più i filosofi e moralizzatori della società oppure alla bellezza dei sogni dei più piccini che continuano a credere nelle favole dal buon finale, unisco le mie speranze alle parole. Spero di condividere apertamente con voi lettori quelli che alla fine sono dei propositi che anche solo  individualmente potrebbero cambiare profondamente il mondo di tutti.        

CARO ANNO NUOVO 2015
Stai per arrivare. Sono già passati ormai diversi anni da quando sono arrivata in questa vita, ed ogni volta al passaggio tra la vostra morte e la nuova nascita, non passa mai questa sensazione frizzante, come di fronte lo splendido sbocciare della natura all’arrivo della primavera. Sai anno 2015, noi umani siamo diventati un popolo elettronico, super avanzato, riteniamo di sapere già tutto di quello che accade persino nello stesso momento in cui ci viene in mente qualcosa o qualcuno in particolare, facciamo un clic osserviamo e poi torniamo a pensare a noi stessi, senza cambiare in sostanza nulla. Sempre noi, parliamo di progetti ambiziosi del futuro, ma in realtà ci emozioniamo di fronte una lavagna pulita e tutta da riempire, decidendoci infine per l’espressione più ad effetto che per quella più vera che richiederebbe quindi coraggio . Noi umani siamo pieni di sentimento, e dobbiamo anche farlo uscire. Quando le cose non sono proprio come vogliamo, ovvero in sostanza non ci sentiamo capiti, ammirati, presi in considerazione, forse scegliamo la strada più breve, come dei bambini molto piccoli, quali poi rimaniamo ancora da adulti, e diventiamo violenti, invidiosi, facciamo ripicche. Forse una volta nonostante in ogni epoca ci siano stati momenti davvero molto bui, si festeggiava ugualmente l’arrivo dei tuoi “fratelli” con una luce diversa, si era uniti nel senso profondo più che dal simbolo fin troppo differenziato dall’apparire estremo di oggi, alimentato da false righe e slogan anche per vendere i sempre maggiori prodotti in concorrenza tra loro. Tu forse ci sei, oltre le nostre raffigurazioni fantastiche, con il tuo spirito di rinnovo che non può dimenticare i vecchi valori, ma accendendo il televisore, è come se al contempo ti avessero preso l’essenza, rimodellata e chiusa li dentro delle scatole, sei diventato ormai utopia caro nuovo anno. Come in quella canzone che diceva: Dio è morto. Abbiamo lasciato noi stessi che fosse cosi, quando hanno cominciato a sostituire, i valori fondamentali agli oggetti, ci siamo fatti prendere all’amo con astuzia. Sembra essere questo di oggi, un mondo più libero, che da spazio ad ogni pensiero e desiderio, sono tutti filosofi moderni, aperti a ogni discorso, ma pur dentro un recinto controllato. Possiamo anche parlare bene, tanto quello che conta com’ è sempre stato sono i fatti. Se fossimo cosi bravi, ci sarebbe un mondo già diverso, non gli innumerevoli e falsi dove ci si perde continuamente per non giungere alla coscienza. Caro anno 2015, non lasciarci nello sconforto di fronte alle macerie lasciate dalle nostre azioni, appena sarai abbastanza grande, narraci una storia nuova, quella che pur vedendo non ci crediamo ancora, perché ne abbiamo paura, tu continua senza arrenderti. Allontanaci un po’ da quei mezzi di comunicazioni che stanno inquinando, appunto per non darci la possibilità di pensare troppo con la nostra testa e ancor più con il cuore, di fronte ai veri problemi. Torna a farci parlare tra noi gente, senza filtri e mezze misure, non fare sentire sbagliato chi ha già compreso la realtà, ed è pronto a perdere la propria identità volendo il sincero bene di tutti ma è zittito continuamente dal sistema, anche nei modi peggiori. Ci sono tanti giovani che hanno bisogno di forza per raggiungere obiettivi che non sono i soliti, ma indubbiamente sarebbero l’unico vero aiuto per tanti, in un momento tanto fragile e di cambiamento.
Molti adulti invece si vedono annullare il traguardo, dopo anni di sacrifici e lavoro, ne soffrono, non hanno più energie, trovandosi a portare il peso di tutti i loro cari e allora sbagliano più facilmente, lasciandosi troppo prendere dallo sconforto. Si continua a sentire parlare di cambiamento, ma nessuno ci dice che non riguarda noi, questo che si sta vivendo è uno di quei buchi neri della storia che portano a una nuova epoca, si stanno tagliando teste per far proseguire l’esistenza di un sistema che non comprendiamo interamente . Se anche ci fossero mai state buone intenzioni, c’è troppa sofferenza, troppa disparità, chi troppo e chi nulla. Caro anno 2015, mai come prima si sta vivendo un momento di transizione, alcuni concetti assolutamente mai accettati prima, ora prendono piede e siccome ci vogliono far credere di essere una grande ed unica società libera, contro quello che i nostri stessi geni ci tramandano da generazioni, ci troviamo ad accettare e mantenere nuovi valori che portano sempre più invece ad allontanarci dall’equilibrio. Non si può cambiare cosi in breve. Se osserviamo la natura ci accorgeremmo che lei non cambia mai le proprie regole. Possibile che la nostra evoluzione ci porti a distruggere interi ecosistemi cosi perfetti? Che in fondo tutte ma proprie tutte le vite presenti nell’oggi, avvertano ci siano degli errori gravi, e non fanno che peggiorarli, scaricando le colpe su altri? Le colpe sono la prima dimostrazione di incapacità personale.
Carissimo anno 2015, troppe speranze aride vogliono solamente portarci a girare la ruota senza fermarci, come un topolino in gabbia. Se bastasse ad uscire da errori che vengono da almeno un secolo! Ma non è cosi.
Anche se adesso le mie, potrebbero sembrarti tante parole che non dicono niente, imparerai fin troppo presto quello che intendo. La comprensione calda e umana che ognuno di noi cerca in un sistema fatto a puntino per farci sentire unici e soli tra miliardi di altri individui, la si sta trasformando in equazioni, linguaggi sempre più meccanici, che servono ulteriormente a costruirci una cella numerata in cui entrare “liberamente” per nostra scelta.
E’ probabile che io ci sia già dentro, e che questo sia come un diario delle mie prigioni, dove ho solo l’illusione di raggiungerti, ma se non fai parte tu stesso del “castello”, rimani davvero l’unica speranza, per me non sei solo un concetto, visto che sono ancora qui dopo tanta crudeltà conosciuta. Sorridi bambino, sorridi ancora, tieni acceso quel lume che indica l’unica strada possibile, il tuo amore prima o poi aprirà gli occhi chiusi. Non posso chiedere altro.

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