L’uomo dell’eterno presente e l’uomo di latta

Eterno presente

L’UOMO  DELL’ETERNO PRESENTE E L’UOMO DI LATTA.

Riflettendo sul tema del tempo nei miei ultimi post, ho notato di aver fatto sia viaggi indietro, sia in avanti, per le mie affermazioni. Ma ho pure scoperto che sia possibile oltre che necessario viaggiare restando completamente fermi, grazie alle dimensioni parallele.
L’uomo dell’eterno presente: ne ho conosciuto la definizione leggendo dei libri attuali di sociologia, è un termine sempre più usato per spiegare dettagliatamente come oggi, noi persone  ci poniamo in base al tempo. Cerchiamo innanzitutto di congelarlo, ci diciamo di vivere l’adesso, senza i troppi affanni del domani e i ricordi spiacevoli del ieri . Continuiamo a dirci che la vita va presa meglio senza troppo riflettere, seguendo solo quello che sentiamo più importante. Ma purtroppo lo sappiamo ormai quasi solo identificare come quelle emozioni dettate dai desideri di “felicità” e appagamento. Pur raggiungendo risultati, questi si scoprono essere portatori solo momentanei dei benefici tanto ricercati. Non vediamo molto più in là del soddisfare quel “prurito” sempre più insistente con qualcosa di nuovo, oppure arrivando velocemente a quella parte di ogni giornata che ormai è sfuocata in abitudine. In ogni caso poi non può mancare  il filo conduttore principale di ogni azione: l’approvazione esterna, prima ancora della nostra.                                 
Siamo figli del nostro “tempo consumistico”, tutto ciò che è inteso come adesso, non fa che parte di un pezzo poi da collocare nella solita lunga corsa alla sopravvivenza. In realtà non abbiamo bisogno, di quella sigaretta o di quell’aperitivo, di shopping compulsivo chiusi in un centro commerciale sintetico, oppure di scrivere eleganti frasi dirette all’umanità mentre in quel momento neppure vediamo a un palmo di naso quello che accade. Quando sentiamo nominare  il carpe diem oggi, consigliato e molto approvato da chi vuole qualcosa da noi (anche semplicemente farsi definire forte), è solo uno slogan a favore della grande decadenza sociale a cui siamo arrivati negli ultimi anni. Non sono un’esperta certificata nella psicologia umana, ma la vita mi ha dato modo di conoscere molte storie, osservare profondamente, vivere anche in prima persona.
E per quanto riguarda l’uomo dell’eterno presente sono piena di validi esempi esaurienti  su quello che sto affermando. Il vivi adesso e non domani, è un forte stimolo alla trasgressione, al non pensarci troppo specie alle conseguenze, perché se si muore domani no? Ricordate per caso una pubblicità che invitava a un certo tipo di acquisto entro dicembre 2012, pure scherzando con la profezia Maya. Di sicuro ha centrato molti colpi.
Il futuro in generale considerato che è cosi incerto e nebuloso, non offre in apparenza più opportunità, si sente parlare continuamente  di malattie, di tragedie, nessuna prospettiva di lavoro decente, la perdita improvvisa di cose materiali per disastri naturali incontrollabili ma anche di persone e animali cari. La paura quindi della morte, del buio, l’incerto, spinge a vivere fino all’ultimo respiro, prende piede la fatalità, con il suo enorme controsenso: che accettando l’avventura e il pericolo (sempre in agguato), ci si mette ancor più nelle mani della possibilità che il peggio accada.

Perché oggi i sogni importanti a cui servono molti anni e sacrifici non vengono più cosi idealizzati?
Perché dal momento che lasci i giri del vivi adesso e sfrenato, quelle stesse persone che facevano parte della tua vita si dileguano?
Come mai quelle stesse persone che inneggiavano a quel tipo di ricerca della felicità, sempre onnipresente, viste da fuori sembra che non crescano mai?

Ciò che manca nella nostra attualità è la coerenza, unire le parole alle azioni si, ma pure il non cambiare in base alle mode, e al pensiero comune, il bello è che crediamo di essere unici invece siamo prodotti con lo stampo, esattamente come si propongono quelli che non ci vogliono di intralcio e semplicemente spremere continuamente. Questi alti individui, per noi cosi surreali almeno quanto si sta concependo Dio, hanno in mano le sorti di molto più dei nostri 100, 200, 300, 1000 pseudo amici , tra virtuale e reale.Vivere l’eterno presente è da egoisti. Dire che si potrebbe morire anche stanotte, è come aspettare l’ultimo momento per fare qualcosa, tutto subito non da lo stesso risultato di essersi battuti tutta la vita, anche senza aver raggiunto l’obiettivo iniziale. Strada facendo sicuramente si sono lasciate le basi, si è dato almeno un buon suggerimento, se si fosse umili, non ci sarebbe molto altro da fare, ne adesso, ne domani.
Quanti di noi sapendo già in principio che una storia sentimentale durerebbe solo un anno, perché poi arriva una malattia mortale nel nuovo possibile partner, continuerebbero? … se si ascoltassero i sentimenti, e non solo quello che ci fa più comodo, non ci sarebbe paura.
Allora dove stanno quei discorsi, si sa dove sono oggi ma non domani, se si prende sempre e solo quello che sembra eterno, nell’esempio (inteso come l’esempio che si da) ci stanno molte pieghe.

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L’UOMO DI  LATTA.

L’uomo di latta , è uno dei personaggi chiavi della famosissima storia del Mago di Oz. Gli amici nel mondo fatato (l’inconscio) di Dorothy la bambina protagonista, sono:  lo Spaventapasseri (la mente), l’uomo di latta (il cuore), e il leone (il coraggio, le virtù).
Possiamo dirci veramente umani se siamo in grado di possedere tutti e tre questi compagni insieme, con loro si deve raggiungere il regno, superando molte difficili prove. Non si può decidere per uno solo. La mente da sola, può trarci in inganno, venire influenzata, non distinguere la realtà, è pure
meschina e ingannatrice, cerca ogni possibile soluzione, anche per fuggire.
Il coraggio e le altre virtù, da sole , affronterebbero mille battaglie, troppe e alcune persino impossibili (ricordiamo la lotta contro i mulini a vento). Possono poi portare a un distacco inevitabile tra gli ideali e il mondo attuale, per non dover sopperire nel fisico oltre che ai giudizi.
Ma il cuore! Metterlo al centro della propria vita, può insegnarti sia la saggezza che il coraggio, non è assolutamente imparziale, dona sé stesso e lascia andare , seppur a volte anche soffrendo, ognuno verso il proprio destino. Le sue scelte sono per un bene non egoista ma comune.
L’uomo di latta nella storia su carta, ha perso pian piano tutto di sé stesso, pezzi del corpo, sostituiti dal metallo. Cosi arrugginendo, fu costretto per molto tempo anche a essere dimenticato e abbandonato nella sua immobilità. Un personaggio che ha perso tutto (lavoro, amici, amore,quotidianità), portato nel tempo a concludere che il motivo principale della sua sorte , fosse quello di non avere ormai più un cuore.

cuore di latta1Poi ecco, Dorothy e il suo aiuto con l’olio, si ritrova ben presto nel viaggio sulla strada dorata, desiderando ardentemente come premio, riavere la propria vita di prima. Possedere un cuore. Giorno per giorno, poi tutto quello che fa, è spinto da quel pensiero e non può di certo morire prima! Il cuore gli verrà dato, ma comunque il dono è simbolico, la vera sorpresa alla fine  è scoprire che non si era mai perso nulla. Trovo che oggi siamo tutti come l’uomo di latta, ci hanno però tolto il premio, pur dandoci l’olio per muoverci, ma sempre non troppo lontano, ne troppo a lungo. La mente e le virtù vivono naturalmente distaccate, insomma  il vero viaggio non comincia mai. Non può!
Parlare di cuore oggi, sembra un tabù, si mostrerebbe troppo di noi, le parti più fragili e sincere, il cuore vive nel presente si dice, ma in realtà porta con sé tutto il nostro passato e lo spinge avanti, proprio dritto verso quella nuvola oscura. Il cuore non teme la morte, il disprezzo, di restare solo, di dire la verità, di mostrarsi pieno di debolezze …
In un mondo come questo, ci chiede di lasciare tutto e non di prendere tutto il possibile, per il viaggio serve solo lui e quello che ha dentro.

the-wizard-of-oz-originalArrivare a dire queste parole non è farsi grandi, ma una mia personale esperienza, che mi ha portato a capirle in pieno, non è che te le inventi cosi dall’oggi al domani, sono i piccoli passi che uniti insieme fanno grandi distanze.
Posso iniziare a capire perché ho sempre questa sensazione di non trovarmi a “casa”. Tutto ciò in cui credo, qui è destinato a diventare il perfetto contrario, quello che è certo è che non sono ancora arrivata alla fine della strada dorata, e di sorprese ce ne saranno ancora molte.

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