IL TEMA DELL’ AUTOGUARIGIONE.
Autoguarigione. Se ne sente sempre più parlare, ma precisamente ora in un mondo dove tutto sembra possibile, dove come già avevo accennato nel post precedente, tanti, troppi sembrano essere diventati, mercanti di bellezza, di buoni consigli per essere al top, ma soprattutto detentori della soluzione ad ogni tuo problema. Dove c’è sempre una risposta pronta, che ti viene confezionata e raffazzonata in boccette e scatoline dorate, con un suo prezzo. Sentirci dire riguardo le malattie che è una condizione completamente o in parte fatta e disfatta dalla nostra sola forza del pensiero, be pare proprio un colpo gobbo.
Finisce per diventare una voce in più, spersa tra mille notizie che ogni giorno ci raggiungono, grazie anche all’aiuto dei molti mezzi a nostra disposizione, ma secondo me che meriterebbe più attenzione. Il significato di questa nuova parola ci arriva come ovattato, senza molto peso, daltronde siamo da anni subissati dalle tante nuove discipline di rilassamento, o di rinnovamento energetico, con matrici forti di essenza pseudo-religiosa, dove il messaggio finale è che il centro del tutto sei tu stesso.
L’autoguarigione, più che una scoperta scientifica, possiamo a un primo impatto , forse percepirla come uno scendiletto caldo, per discipline di meditazioni tipo lo yoga, l’ennesima onda new-age che ci vorrebbe padroni assoluti del nostro destino. Si certo molte definizioni , possono far sembrare, magari qualcuno usa questo nuovo tema anche per catturare l’attenzione, visto che siamo sempre più “malati” e bisognosi di venire illuminati di vera saggezza, ma come in ogni cosa c’è sempre il suo briciolo di realtà e quello di manipolazione più o meno voluta, per scopi tutt’altro che altruisti.
La mia attenzione è stata attirata al punto di voler approfondire, ho trovato possa questo nuovo argomento, collegarsi alla mia visione dell’amore malato, alle vere cause profonde da cui arrivano le patologie più o meno comuni che non stanno risparmiando proprio nessuno, non solo a livello fisico ma anche sociale. Mentre già mi ero avviata nella ricerca dei vari sintomi di questa società infatti, non ancora alle cause, mi sono trovata a guardare questo video.
Si tratta di un film tratto dal pensiero di un personaggio alquanto singolare, il suo nome è Masaru Emoto, uno scienziato, ricercatore giapponese, proprio di nuova generazione.
Il primo in assoluto ad aver scoperto, che l’acqua ha la grandissima proprietà di modificare le proprio cellule, in conformità ed aspetto, in base alle reazioni, con ciò che entra in suo contatto.
Colori, suoni, parole, emozioni e quindi pensieri! Noi uomini siamo tutti composti almeno dal 70% di acqua, è una scoperta sensazionale rendersi conto di come il nostro corpo possa regire alla nostra mente prima di tutto e non solo ad agenti esterni.
Siamo come una cassa risonante, come fatti di minuscoli e numerossimi fiori, ciò con cui nutriamo la nostra mente, di conseguenza lo mettiamo in circolo; se siamo depressi, senza stimoli, costantemente chiusi nel nostro cervello, come possiamo pretendere di stare bene?
Masaru Emoto ha cercato di farci ammirare con gli occhi, quello che creiamo nelle parti più profonde, le fotografie alle molecole dell’acqua ci affascinano oppure ci inquietano, è la rappresentazione della nostra anima; quando ci arrabbiamo siamo distruttivi, oscuri offriamo davvero poco, mentre quando ci apriamo alla bellezza ad esempio di una musica melodiosa, che possa anche essere solo il suono della natura, allora la figura sboccia in forme delicate e luminose.