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L’ insegnamento della Volpe Addomesticata

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L’ INSEGNAMENTO DELLA VOLPE ADDOMESTICATA
Eccoci nuovamente a rispolverare un libro classico dell’ infanzia di molti di noi, un libro che letto la prima volta, entra dentro direttamente al cuore, tanto da custodirne  poi i preziosi messaggi, anche da adulti. Se prendessimo la nostra vita con lo stesso spirito del suo personaggio principale, ovvero il Piccolo Principe, creato da Antoine de Saint-Exupéry negli anni 40 del secolo scorso  ,  forse non faticheremmo cosi tanto a ritrovare la strada perduta verso la nostra vera casa, ovvero il centro preciso perfetto della nostra anima. L’ insegnamento più profondo e intenso racchiuso in questa storia cosi meravigliosa, nel viaggio alla scoperta o meglio dire la riscoperta di quello che già si ha, e di chi si è, è dato sopratutto dall’ incontro tra il Piccolo Principe e la Volpe.  Non ci si stanca davvero mai di rileggere tra queste righe un grande segreto, quello del senso della vera amicizia, di come prendere il meglio di ogni incontro fatto sulla nostra strada, che sia breve o duraturo. Bisognerebbe sempre aprirsi e farsi addomesticare senza alcuna paura di cosa sarà poi.  Continua a leggere

LA GRANDE ASTA DEI SENTIMENTI

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LA GRANDE ASTA DEI SENTIMENTI
A questo gioco che è diventato la vita, vince quindi chi offre di più?  Si investe su persone, anche solo delle semplici conoscenze, per rivenderle in apparenza. Si comprano consensi, cucendosi addosso il vestito dell’imperatore. Tutto un gran fumo e niente arrosto.
Non sto parlando di schiavitù, no assolutamente, quella la aborriamo tutti, non dovrebbe più esserci nei famosi anni 2000. Ma a chi vogliamo raccontarla?! Per due lire siamo pronti a venderci qualsiasi cosa. Basta una parola per rovinare la vita di chiunque, perché ormai esiste una linea ben marcata tra apparenza ed essenza, ed essere amici o compagni fedeli di anni non significa nulla di fronte a foto o testimonianze pubbliche di poche righe. Anche se sei qualcuno che per quieto vivere non si vuole esprimere, vieni prezzato: come un non attendibile, che non da supporto, che non ha valore. I veri sentimenti non cambiano il loro aspetto per essere dimostrati, sono coerenti, sono un fuoco sempre acceso, ci sono e basta. Il momento del dolore è facile da condividere, ma lo è molto meno quello della felicità, che non c’entra nulla con l’apparenza. Probabilmente chi esce definitivamente dai nuovi giochi fomentati dalla comunicazione (chat-bacheche-social network) sempre attiva e rapida, ha contrariamente a quello che ci può dire inizialmente la testa, qualcosa in più da darci e non il contrario.
Avere vicino la voce fuori dal coro, che stona l’allegra sinfonia della concatena di un finto evolversi ed andare avanti, ci stizzisce perché vorremmo baloccare ancora fino alla fine dei giorni, senza prendersi mai delle vere responsabilità. Il grillo parlante è solo la nostra coscienza non un nemico da schiacciare.    Continua a leggere

L’ AMORE MALATO VII PARTE: La Famiglia.

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L’AMORE MALATO VII PARTE: LA FAMIGLIA. Un viaggio dal basso verso l’alto.
Per inquadrare bene quale sia il maggior sfogo della malattia globale chiamata Amore malato, dopo aver considerato vari fronti della società, nei miei primi post, ritorno verso quel nucleo chiamato Famiglia, che  è la sua materia prima. Senza di essa infatti non ci sarebbe alcun modello su cui costruire una vita comunitaria. Eppure proprio dal prodotto finale, composto di tante famiglie, arriva anche l’influenza continua, che porta alla divisione, allo sfaldamento e non al rafforzamento di quelle basi tanto fondamentali.
Ormai quasi tutto è fondato su degli oggetti, in primis il denaro, che nella realtà è solo della carta stampata che però può comprare anche i sentimenti, dividere i legami più forti. Si arriva per essi, persino ad azioni contro ogni principio e moralità con i quali si è cresciuti. Ci si accorge di questo male, eppure si continua a galleggiare nel suo gioco supremo, ciò che vuole è tenerci in pugno, lasciarci senza forze.
Ci sono tantissimi esempi quotidiani e sempre più attuali che stanno tagliando le gambe ad ogni componente della famiglia. Non esiste più in questo prezioso insieme, un’ immagine forte e che meriti rispetto. Il più debole va affossato e messo alla pubblica piazza. La barca affonda e torna solo l’istinto di sopravvivenza, che non guarda in faccia nessuno.
Davvero un viaggio doloroso ma illuminante. Sopportare in silenzio spesso non vuol dire fare la cosa giusta.      Continua a leggere

L’EMPATIA DI OGGI

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L’EMPATIA DI OGGI
Ecco una parola a cui mi sento particolarmente legata, e dovrebbe essere cosi per tutti, ovvero: empatia. In essa è presente tutto ciò che potrebbe spiegare i problemi legati alla persona (e non solo di oggi), ma soprattutto la loro soluzione. Ci stiamo davvero battendo con diversi gruppi, sociali, religiosi, politici per temi importantissimi, che sentiamo cosi fortemente dentro, eppure nelle piccole realtà di ogni giorno, stiamo dimostrando di non possedere tutta questa grande comprensione del dolore altrui, almeno che non arrivi a pestare  i piedi a quei sogni interiori a cui non sappiamo mai del tutto arrivare. Si parla tantissimo di empatia con gli animali, per i bambini maltrattati, per i nuovi generi sessuali, le guerre, le malattie, i poveri, i disagi giovanili dovuti alla società, la natura sfruttata e modificata, e tanto altro. Ma tra le quattro mura della nostra piccola “casa” , ciò che proviamo di fronte lo specchio è misero orgoglio e non empatia per chi ci vediamo dentro. Solo a noi è sempre lecito tutto infatti, anche le mancanze.      Continua a leggere

La favola che parla di genitori e figli

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LA FAVOLA CHE PARLA DI GENITORI E FIGLI.

LO SPIRITO NELLA BOTTIGLIA: UN’ANALISI MODERNA.

Continuando il bellissimo viaggio nel mondo delle favole antiche, per trovare le grandi morali anche di oggi, ci si imbatte in una delle storie prese ad esempio tra le prime, per spiegare i conflittuali rapporti tra genitori e figli. E’ usato non cosi spesso, come in questo caso il confronto letterario di un padre e del figlio maschio, anche perché tale rapporto viene considerato forse il più toccante, tacito e sicuramente sofferto molto in profondità, quindi difficile sia da descrivere che da assimilare. La psicologia, specie infantile, invita a non censurare le vecchie fiabe, dove sta tutta la saggezza che risiede in noi stessi, pensiamoci. Perché dovrebbero venire cambiate o lasciate da parte? Sono dirette all’anima e non al bisogno di prepararsi ad entrare nell’attuale società fittizia che ha  molto tolto, con la sua immagine  invece di dare qualcosa in più. Leggendo la favola “Lo spirito nella bottiglia”( la trovi a questo link), cerchiamo quindi di capire, quello che sentiremo poi rispecchiare anche nella nostra realtà, e vediamo come il bambino (e anche noi) immedesimandosi nel protagonista può liberarsi dal pericolo che in questo caso non è tanto dato dal mostro, ma piuttosto  dalla considerazione che il padre ha del proprio figlio.        Continua a leggere

Il popolo degli ANIMA-LI

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IL POPOLO DEGLI ANIMA-LI
Scrivere di un mondo cosi grande e ricco, è davvero limitante.
Ho voluto aprire uno spazio solo per i nostri amici animali, per poterci racchiudere almeno una parte dei loro grandi insegnamenti.
Non solo in un momento tanto difficile e buio, come questo, noi uomini ci siamo riavvicinati a questi esempi che ci vengono dati gratuitamente dalla natura. In tutta la nostra storia, siamo stati raffigurati in compagnia di animali più o meno addomesticati. Noi dipendiamo molto da loro, quanto loro da noi. Esiste però bisogna ricordarlo, un confine di equilibrio, dove ognuno è giusto rimanga al proprio posto, soffocare con il troppo amore può avere effetti persino devastanti, chi ha bisogno per primo di amore è un animale in assoluto, quello che ride ( e l’unico).
Si dice spesso che siano più le bestie umane, e l’uomo una bestia, che gli animali vadano in paradiso mentre l’uomo merita solo l’inferno, e cose simili. Sinceramente credo si faccia in buona parte, solo una gran confusione, con quelle che sono le nostre fantasie, i desideri, il non riuscire molte volte a confrontarci con questo mondo cosi vario, e che sentiamo tanto estraneo. Continua a leggere

L’EPOPEA BARBABLU analisi moderna della fiaba

BARBABLU ANALISI DELLA FIABA

UN MONDO IN PIENA EPOPEA BARBABLU’. Non per niente ho scelto la favola di Barbablù a titolo di una personale iniziativa: quella di fare alcune grandi osservazioni   alla “società” intera, prendendo come spunto le care vecchie piccole favole e la loro inevitabile morale finale. Mai come oggi ci troviamo in piena epopea Barbablù, se rileggiamo attentamente  questa famosissima storiella, ognuno di noi potrà trarne un pezzo di vita con cui ha avuto a che fare, anche indirettamente, quelli per sentito dire per capirci, in quei  piccoli pettegolezzi da bar, fino ai raccapriccianti  fatti di cronaca  più mondiali . Comincerei quindi da un’analisi tra le righe, portandola poi più direttamente  ai rapporti sentimentali veri e propri  dei nostri giorni. Possiamo associare l’uomo dalla barba blu, il fulcro di tutta la storiella, a un individuo che è in grado di attirare, nonostante abbia non pochi difetti e zone d’ombra. Per lui si può chiudere un occhio, anche due, appena siamo messi di fronte alle sue proprietà, al suo prestigio; possiamo persino fare uno strappo allo strano caso che lo seguirà sempre, di tutte quelle mogli scomparse. La protagonista, questa dolce fanciulla, dopotutto lo trova anche gradevole, sembra acconsentire inizialmente, a una unione fissa soprattutto per la sicurezza materiale che ne ricaverebbe. Gente, luoghi, oggetti da amministrare, e le molte situazioni cosi promettenti legate ad essi, sono sicuramente in grado di allettare l’esistenza di chi come lei, arriva da una realtà più povera seppure genuina. Quindi all’inizio, si può dire che ingenuamente si è più propensi a non ascoltare troppo quella vocina profonda fatta di dubbi che possono nascere, facendo uno più uno. Si vuole passare direttamente a gustare la prima portata.       Continua a leggere

La fiaba di Barbablù (Emblema di curiosità e intuito femminile)

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                                            BARBABLU’ di Charles Perrault

C’era una volta un uomo, che aveva belle case e belle ville, vasellame d’oro e d’argento, mobili ricamati, carrozze tutte dorate  ma per disgrazia quest’uomo aveva la barba blu e ciò lo rendeva così brutto e terribile, che non c’era donna o ragazza che non scappasse nel vederlo. Una sua vicina, una gran signora, aveva due figlie bellissime. Egli ne domandò una in moglie, lasciandole la scelta di dargli questa o quella. Nessuna delle due lo voleva, e se lo rimandavano l’una all’altra, non potendo risolversi a sposare un uomo con la barba blu. Un’altra cosa le disgustava, ed era ch’egli s’era già parecchie volte ammogliato, né si sapeva che n’era avvenuto delle diverse mogli. Barbablù, per far conoscenza, le condusse con la mamma, tre o quattro delle migliori loro amiche e alcuni giovani del vicinato, in una delle sue ville, dove si fermarono otto giorni interi. Passeggiate, partite di caccia e di pesca, balli, festini, banchetti, non si faceva altro. Anzi che dormire, si passava tutta la notte a giocarsi dei tiri, a scherzare; tutto in somma andò così bene che la più giovane cominciò a trovare che il padrone di casa non aveva la barba tanto blu e che era un uomo proprio come si deve.      Continua a leggere

Sintomi di un amore malato (IV parte) Sessualità e nuovi generi

SESSUALITA’ E NUOVI GENERI

La confusione va a colpire dritto al centro della persona, che tra tante voci interiori ed esterne, magari identifica si il proprio disagio ma non si sente compresa nel bisogno di cure, è semplicemente lasciata li, ad alimentarsi giorno per giorno, della stessa causa del suo male. E questa incomprensione può sfociare anche in scelte radicali senza ritorno. Si parla ancora di piccoli gruppi, minoranze non comprese, e solo additate, che non hanno la pace dentro, perciò tendono a mostrarsi maggiormente, per farsi sentire e in modo spesso imbarazzante. Oppure cercano di condividere quella che si identifica come un’ ingiustizia sociale , cercando molti altri appoggi a scopi alla fine prettamente personali. Ad esempio perché punzecchiare la normalità sessuale altrui, volendo ottenere gli stessi dogmi o addirittura eliminarli nella loro radice? Se dentro noi stessi ci si riesce ad ascoltare (cosa veramente difficile per chiunque) e si ha un proprio Credo come si afferma, sventolando sempre più religioni personali, giuste, etiche, costruite a puntino dove tutto è concesso. Se veramente si è capito quello che si vuole, se si è cosi avanti, perché dare cosi importanza  a quello che circonda? A ciò che si possa pensare delle proprie azioni? Si dovrebbe vivere pacificamente ed insegnare agli altri piuttosto a ritrovarsi, a continuare la propria vita per come si è e con quello che si ha già, invece che farli sentire cause negative, e già in partenza intolleranti, ma a cosa?  Continua a leggere

I sintomi di un amore malato (I parte)

Spiaggia con fenicotteri

La natura e il suo equilibrio.

I SINTOMI DI UN AMORE MALATO (I PARTE)

Trovandomi a riaffrontare questo tema nella sua pienezza, ancora una volta, di fronte al foglio bianco, le idee si sono affollate. Troppo vasto, troppo profondamente radicato in ogni storia che mi è capitato di vivere o ascoltare. Allora ho deciso cosi per cominciare, di fare in modo di capire sintomi e cause, inquadrando quanto sia ormai diffusa questa nuova malattia globale. L’amore malato è come un virus che mano a mano, di persona in persona, inquadra le fragilità e li affonda il suo veleno oppure si nasconde per uscire in un secondo tempo, sicuramente in ogni caso sempre risulta essere  solo maledettamente nocivo. Riflettiamo bene mentre leggiamo questo piccolo schema, esistono malattie fisiche e queste sono ben riconoscibili, si sa nel maggiore dei casi, da cosa sono portate, e cosi anche come prevenirle ma nel più etereo male interiore cosa sta portando un tale squilibrio? Non può che essere l’uomo stesso perché si conosce e sa dove colpirsi! Pensate forse sia la natura stessa ad attentarci? Ma! Quella è diretta da un equilibrio perfetto e richiede lo stesso da noi creature abitanti, ci da sempre indicazioni, ci avvisa dei nostri sbagli. Ma che non sia allora piuttosto un Dio crudelissimo a cui piace guardarci soffrire cosi senza alcun senso?         Continua a leggere