Reale follia alla VIDEODROME

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STORIE DI REALE FOLLIA ALLA VIDEODROME
E’ da un po’ di tempo che penso di scrivere questo articolo. L’idea di associazione al famoso film di Cronenberg del 1983, VIDEODROME, a storie effettivamente ascoltate dalla “strada”, credo purtroppo sia l’ennesima conseguenza, di una vita umana, sempre più interlacciata alle macchine, e a mondi virtuali conseguenti. Il messaggio pubblicitario stile UBIK (vedi articolo del mio blog per esplorare questa ulteriore altra nuova definizione della realtà), raggiunge ogni persona, senza trovare alcuna barriera alla dignità, siano giovani, anziani, di più o meno cultura, o paese (preferibilmente “moderno”) di appartenenza . Nessuno ha la completa sicurezza di scegliere davvero quello che desidera, semplicemente è subissato da mondi studiati e creati da altre menti, che in ogni caso, non permettono una completa libertà delle proprie azioni, anche nel migliore dei casi. Seguite il filo di un ragionamento, molto importante per il vostro presente, che non vi lascerà almeno una volta, sospesi alla prossima puntata.  

IL PROLUNGAMENTO DEL PROPRIO SE’
manorobot111vL’interazione tra uomo e macchina, sta letteralmente cambiando tutta la nostra storia attuale, le percezioni delle  nuove generazioni. Abitudini, parole, indole. Si nasce con già la propensione all’utilizzo di mezzi e non proprie capacità, al comprendere e rimandare linguaggi per chi anche solo di pochi anni maggiore, non del tutto comprensibili. Le macchine possono davvero fondersi con noi e darci quell’ immortalità tanto ricercata? Le macchine sono davvero capaci di sentimenti? Queste sono le nuove domande che ci toccano, perché stiamo già vivendo dentro la retorica e la visione dispotica, dei creatori di intelligenze artificiali oltre che delle loro creature. Copie della vita idealizzata di pochi a favore di molti; pare una storia già sentita e risentita. Che sia la nostra storia?
Ovvero siamo chi ha effettivamente deciso che far parte del programma, sia la scelta giusta, con la gravante poi di stare ancora cosi male, ricercando sempre più assiduamente anche cure della mente e dell’anima. Qualunque sia il tuo problema, la tua debolezza, un desiderio, un dubbio, la macchina trova il modo per porti di fronte, al bivio di razionalità e sogno, facendoti provare entrambe, senza alcun timore da parte della coscienza, senza però farti muovere effettivamente un passo, nel tuo sviluppo. La macchina può farti vivere, le peggiori esperienze umane, e farti sentire al sicuro, non responsabile ogni volta di quello che accade. <<Gli occhi non possono uccidere>> <<il pensiero non può essere letto da nessuno>> <<In casa mia posso fare quello che voglio>> ci troviamo a pensare sicuri  e cosi ci fidiamo di questi guardiani amici, fatiscenti, e dei loro consigli. Affidiamo tutto alle macchine, diamo loro la nostra cosa più preziosa, l’anima. ubikspryLo spray di Ubik, preso dalla famosa visionaria storia di Philip K. Dick, è per noi la macchina programmata pur sempre dall’ uomo, che incarna la pubblicità, la sola speranza indotta per non deperire in un mondo che sta crollando su se stesso. Un mondo già nella mente di altre macchinazioni dell’ animale che ride. Cosa può mai significare incarnarsi e vincere in un multiverso di falsità? Non pensare forse alla morte e alla fragilità.

UNA STORIA ALLA VIDEODROME
videodromeMolto simile alla narrazione di Philip K. Dick, ma non altrettanto spiazzante a mio parere, è il film creato dall’immaginazione e diretto da David Cronenberg, Videodrome. Molto attuale, vi invito a considerarlo davvero un film da risvegliati. Qui trovi la sua trama intera. Il protagonista fa parte del mondo della televisione, possedendo un piccolo canale che trasmette sostanzialmente pornografia, ma la vera perversione verrà a cercarlo in seguito. Si affonda in una follia, che all’ inizio promette e poi pian piano ti smembra dalla mente, alle viscere. Il corpo, macchina perfetta, viene ingannato e derubato, in un ballo macabro eppure per certi versi sensuale, se consideriamo la dannazione della ricerca di quello che è il terreno proibito. O anche se preferiamo la definizione: impossibile; il corpo ha limiti, l’etica della società ha limiti, ma in Videodrome, tutti possono varcare i confini, portare la macchina fin dentro all’ umanità più profonda. Sembra la peggiore visione possibile di quello che ci sta realmente accadendo, eppure sempre citando Ubik, si arriva  alla verità tramite i messaggi scritti nei bagni pubblici … sappiamo tutti quanto siano diretti, brevi e spietati.
Ma comunque arrivano al dunque.
tvdesertoSono tornata a pensare a Videodrome, dopo almeno un paio di vicende dove ho potuto ascoltare la testimonianza con lucida certezza di chi raccontava, che dal televisore, i personaggi di alcuni programmi, interagissero con lo spettatore. Niente di cosi strano se pensiamo a certe abitudini notturne, di intrallazzarsi con donne che cosi abilmente sembrano rispondere alle tue richieste mentali. Oggi poi ancora meno magicamente, si possono aprire mille porte, con pc e telefoni, dove con poco si può ottenere davvero qualsiasi cosa si voglia, o ci si inventi al momento. Qui si parla di vero e proprio dialogo, verbale, e invito ad entrare completamente dentro lo schermo. Perversioni fatte arrivare all’estremo con un viso gentile, premuroso, senza alcun accenno al pericolo della dipendenza. donnamac1Ora le donne sono maggiormente chiamate, perché essendo le veri basi di una famiglia, si tende a stuzzicare la loro curiosità intelligente, mescolandola al divario di una evasione non più possibile, nella vita quotidiana. Le donne che passano sempre più tempo a contatto con programmi, articoli, libri, pettegolezzi, frivolezze inventate, sono già dentro Videodrome. E in Videodrome, lo scopo era di estirpare un vizio, scovando i peccatori e portandoli alla follia, fino a eliminarsi fisicamente. Mentre in questo caso di attualità, di cui sto parlando, probabilmente si tratta di eliminare le virtù presenti nella persona. Le virtù e i buoni insegnamenti a cui si era giunti dopo una vita, ma che verso l’anzianità e una nuova stagione di esistenza, o si tendono a farle resistere in forma idealizzata e sbagliata in una realtà tanto differente, oppure nascosta per non ammettere l’incapacità di accettare la sfida vera nel momento più difficile. videodrome2Non resistere al Videodrome dopo tanti anni di prove sul campo, denota una grande fragilità … la stessa che si denota anche nei più giovani ma che comunque hanno molte più scusanti rispetto agli adulti. Accorgersi che problemi sul piano psico-fisico leghi sempre più anche generazioni tanto distanti, mi preoccupa.  Sentire una donna anziana, e un giovane dire allo stesso modo, che la loro realtà è un rapporto (anche fisico piuttosto spinto) con qualcosa che si vede ma non esiste. Un rapporto meccanico che fa sentire vivi, ma non esiste. Un amore malato che porta al silenzio e alla rovina silenziosa di altri che contano sulla nostra piena lucidità.

COME CONSIDERARE CHI E’ IN VIDEODROME
Non voltiamo mai le spalle a chi si apre con noi, ascoltiamo, chiediamo, mostriamoci interessati, perché questo è importante, fino al giorno in cui sentiremo più persone, rivolgersi con lo stesso affetto verso il fumoso nulla offerto dagli schermi. E’ il tempo di agire quando il fenomeno è giunto fino al punto di annullare una normale esistenza, quella che sta fuori. Portare con se come si faceva un tempo, queste persone, direttamente dove si cerca di sfuggire, smascherando tanti luoghi comuni. Riportarli a un presente non ancora del tutto contaminato da ciò che ci viene mostrato. Non cercando più la storia difficile dell’altro per commiserare se stessi. Basta guardare! Proviamo ad ascoltare ed allora forse ci verrà data un ottima occasione, per comprendere prima sé stessi e poi ogni meccanismo dell’ estraniazione.
metropolisNel mondo del corpo e dell’ edonismo, si ha paura dello sgretolarsi della propria immagine, rivelando poi la vuotezza interiore, non lasciamoci vincere da questa tristezza dilagante, dal consumarsi ancora giovani, possiamo ancora trovare, le giuste emozioni anche in luoghi, libri, musica, cinema, arte, che resiste al conformarsi. Bisogna  cercare e metterci la buona volontà.
Smettiamola di sentirci solo dei bersagli! Quella è una mentalità che non ci appartiene, la stiamo assimilando da chi pretende di dominarci subdolamente. Goccia dopo goccia.
Essere liberi oggi va conquistato per prima cosa resistendo, non ci viene regalato di certo alcun aiuto.

 

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