L’amaro sapore del FRUTTO PROIBITO

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L’AMARO SAPORE DEL FRUTTO PROIBITO
Riprendiamo quella che erroneamente da molti viene chiamata la “storiella” antica che descrive l’origine della nostra condizione umana. E’ la prima tra tutte, ovvero l’uscita dal paradiso di Eden, dei nostri progenitori Adamo (Uomo) ed Eva (Vita-Vivente), da questa possiamo ricevere non poche risposte, del perché siamo cosi protesi a fare scelte cosi lontane da quelle che ci chiede la parte più profonda di noi. Perché lo diciamo cosi spesso, che questa è una vita di sofferenza, i sogni sono fatti per essere infranti, i desideri come bolle di sapone durano poco, e lasciano il vuoto. Non ci basta mai nulla, e invece di ammetterlo, puntiamo il dito, verso gli altri, verso il serpente. Ma ammettere che si è sbagliato, questo no mai! Conoscere bene dal punto metafisico la nostra vera natura, potrebbe aiutarci a prendere coscienza. La scienza cerca corpi nuovi, anni di vita in più, questo però non ci allunga minimamente il tempo per ritornare alle origini, per cambiare, bensì aumenta l’agonia inevitabile se usiamo la stessa vista.    

QUELLO CHE NON SI VUOLE CAPIRE
Siamo più che propensi, a dare per vero e scontato, qualsiasi tipo di argomento possa renderci forti delle nostre convinzioni, oppure che possa portarci lontano dalle responsabilità sempre più pesanti con l’aumentare degli anni. Come mai siamo cosi scettici quando invece, ci viene detto fin in partenza: caro amico su questo ragionamento ti sbagli, e non avrai mai ragione, non c’è scappatoia. La nostra colpa è cosi radicata, da non lasciarci mai, è l’egoismo, è quella superbia della perfezione, che ci porta a voler essere ancora più in alto, persino di chi ci ha dato l’esistenza. Anche con genitori o famigliari, ci rode non essere riconosciuti, e non  aver superato i meriti altrui, soprattutto di consanguinei … portiamo da secoli e secoli questi sentimenti dentro di noi, anche quando non ci sarebbe motivo. E la società di oggi, formata da quelle persone che infine davvero fanno soldi e fama, lo sa bene, come stuzzicare queste tendenze, ci avvelena, ci ammala, ci contagia, porgendo poi il frutto proibito creato sempre da loro, ma cosi diverso dal primo. Per questi nuovi serpenti, non dovremmo neppure più provare la vergogna, per lo smantellare, lento e inesorabile della stessa morale. Con tali azioni fatte apparire come coraggiose e giuste, non facciamo che sigillare migliaia di volte, la volontà anche di sbagliare, quindi soffrire.

serpe 4DENTRO UN CIRCOLO VIZIOSO
Voler sanare una ferita, continuando a riaprirla, immergendosi nel veleno iniziale è un’azione  autolesionista. E’ una volontà profonda di mostrare di avere sempre ragione, e quindi inevitabilmente soffrire fino nell’ultimo dei propri giorni. La società diventata virtuale, ci ha reso possibile, esternare le vere intenzioni, visibilmente mostrarsi di avercela fatta, più o meno rettamente, ma nella realtà dei fatti siamo prosciugati, e solo una pallida ombra di chi potremmo essere con volontà. Sempre riferendomi all’attività virtuale, aggiungo anche questo: <<cerchiamo consensi, ma questi non stimolano alcun nostro progredire, passano gli anni, ma restiamo sempre li, cambiando scarpe, pettinature, mille corsi sportivi, scatti fugaci senza storia e sentimento, cercando pezzi di poesie che mai abbiamo letto interamente e non possiamo comprendere>>. L’amore poi è smembrato, ha messo il cartellino del prezzo, è diventato un pezzo di carne, che con il tempo marcisce, è solo cibo per sostentare, giornate vuote e sempre uguali alla fine. Ci permettiamo quindi dal nostro pulpito, di criticare la forma massima dell’uomo che ha cercato di spiegare a sé stesso quelle particolari e distinte (a tutti) inclinazioni malsane. La storia biblica di Adamo ed Eva, del Giardino e del frutto proibito, è una chiave profonda preziosissima per unire il respiro al pensiero. La nudità con la sua vergogna, è stata la prima presa di coscienza, nell’aver inteso, la stupida superbia di essere come Dio, forse anche più di Lui, mentre lo stato di creatura mite e genuina, poteva già darci accesso a tutto quello che serviva. Soffriremo sempre di questo allontanamento. Nulla di artificiale è in grado di riempire tale vuoto. Ci stiamo provando in tutti i modi, e il risultato sarà solo quello di annientarci l’un con l’altro. Ma siamo ancora vivi, e questo ci dimostra che possiamo ancora molto.

masaade2LA STORIA NON E’ UNA FAVOLA
Si dovrebbe continuamente ricordarsi che la nostra Storia è ciò che siamo, tende a ripetersi perché appunto come dicevo sopra, l’indole dell’uomo è sempre la stessa. Fin dall’inizio dei tempi, dalla radice possiamo scoprire chi saremo, oggi e domani, dov’ è la strada dell’errore. La storia non si cancella, parliamo tanto di evoluzioni, rivoluzioni, ere e destini, detto cosi è un subire, ma sempre da noi stessi nel corpo e la mente (scienza), si dovrebbe invece entrare nel futuro, utilizzando la porta iniziale, non forzatamente, bensì dopo aver capito la verità. E la verità non è piacevole, per questo è meglio una favola ben costruita ma che lascia spaziare anche nei riscontri reali psicologici, di una che ci riporta di fronte solo a noi stessi e non lascia via di scampo. Bisogna prendersi le proprie responsabilità. Nell’egoismo ci sentiamo i soli a pagare individualmente, chi soffre molto e chi poco ingiustamente. Non è cosi, ad ogni peso la propria misura, persino nella miseria della sofferenza nascosta, siamo tutti uguali. mappx24Cosi chi ha smesso di cercare il tesoro per il mondo, come in una favola, e l’ha ritrovato nell’amore nato dalla propria sofferenza dovuta alla fragilità, a quell’imperfezione come Deità ma splendore come origine, sarà a sua volta una favola vivente scomoda e osteggiata sempre. In qualche cuore però si rifugerà, supererà anche il tempo, portando speranza, tenendo accesa una luce, anche ben dopo la morte.

Il MIRACOLO DELLA VITA
C’è una parte della storia di Adamo ed Eva che viene spesso tralasciata ma che ha molto da dirci. Dopo la scacciata dal paradiso, nel peso più vivo delle colpe e delle condanne all’umanità, di malattia, morte, tristezza e fatica, si  può benissimo immaginare un Adamo sconvolto, che potesse anche mettere fine a una condizione crudele per i suoi discendenti, lasciandosi morire. Ma anche questa è superbia, il voler non seguire progetti misteriosi e non ben definiti dalla nostra piccola mente. Eva ha cominciato ad avere figli, la vita non si può fermare, continua. Anche dirsi che era meglio non essere mai esistiti è un grande errore, ricordiamoci il bellissimo messaggio regalatoci dal film “La vita è meravigliosa” di Frank Capra del 1946 . La vita è un dono che si fa dono. Perché stiamo allontanando, per vergogna i gesti più umani? Mentre ostentiamo la vuotezza, la recitazione, solo la metà di quanto siamo? Non possiamo ricevere sincerità, riceviamo solo ciò che ci fa comodo. Non siamo vittime del serpente, bensì non sappiamo far altro che rimpinzarci dell’amaro sapore del frutto proibito e lamentarci.

melfruit876

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