L’ Assuefazione al MALE

assuefazione al male

L’ASSUEFAZIONE AL MALE
Il Male. Chissà se ci venisse posta la seguente domanda: cos’è per te il male? Quale sarebbe a sorpresa la nostra risposta.
Perché rendere un espressione tanto grande che vuol dire tutto e niente, in un dato oggettivo, quasi fisico, relazionato alla propria vita è in realtà molto difficile. Forse potrebbe essere racchiuso in quella malattia cronica che ci portiamo sempre dietro da anni, e che nonostante tutto non facciamo nulla per guarirla, forse il nostro male è non avere quei mezzi che messi a disposizione, toglierebbero l’affanno del restare a galla ogni giorno , correndo e facendo lavori che non ci ripagano neppure nella stima. C’è anche il male di non essere qualcun altro, vivere lontani, su altri continenti e solo per sé stessi.  Nonostante tutto, qualunque sia la risposta erronea che esprimiamo, si rimane ben aggrappati a tutti questi mali, ricercando ossessivamente il male altrui, ci ingozziamo di telenovele (storie famigliari al limite dell’indecenza) e nuovi programmi di violenza estrema, dove addirittura c’è l’ esplosione di un epilogo grandioso che manca alla nostra storia. Si comincia con l’abituarsi  al peggio che non conosciamo, lo rendiamo possibile, e infine lo  desideriamo. Siamo come spettatori al circo romano, alziamo le braccia esultanti, osservando il leone sbranare il prossimo. Paghiamo soventemente il biglietto.
Quindi lo spettacolo continua.  

LE MANI SPORCHE DI SANGUE

Caino dov’è tuo fratello? << Sono forse io il custode di mio fratello? […] >>  GEN. 4-9

caino-abele2Viviamo in tempi molto simili alla storia dei fratelli Caino e Abele, presente nella Bibbia. Contribuiamo alle immolazioni mediatiche, con la nostra sete di orrore e oscurità. Pur intuendo che qualcosa non stia andando nel senso giusto, rimaniamo spettatori e critici, mangiamo anche nelle disgrazie altrui, preferiamo parlare della morte più atroce, per ore, senza dedicare il nostro tempo a chi ci chiede, gesti e parole di vita, ora e adesso.
Nel mentre che si sta decidendo in modo globale del destino dei nostri figli e dei loro figli, lasciamo spazio al vero male, non facendo nulla, adorandolo e ricercandolo nelle sue manifestazioni più lugubri.
Seppure lo osserviamo tanto attentamente, non lo dichiariamo come un nemico da allontanare ma ci facciamo invadere, ne assumiamo una dose giornaliera, e dopo ci sentiamo a posto. L’orrore  è quel brio nero e passionale che manca alla propria vita. E cosi uccidiamo noi stessi la vittima altre mille volte, per assaporarne il sangue, in quella continua ripetizione della sua sofferenza, senza alcuna pietà.
E’ più semplice capire negli altri il male e la sofferenza, farsi affascinare in modo molto subdolo e lentamente, dai dettagli sporchi, di cui si è feticisti, invece che ricercare con sincerità la gioia e la riuscita anche di chi ci sta più vicino. Per questo veniamo plagiati dalle continue notizie nere, ce ne facciamo una scorpacciata continua, e non ne possiamo più fare senza.
E ancora diciamo di non credere che il male esista come un’entità, ma gli dedichiamo anima e corpo, la maggior parte delle nostre giornate. Quello che ne ricaviamo a nostra volta lo propaghiamo sotto varie forme, non per forza di omicidio fisico, esiste anche quello psicologico. Ecco una vera e propria pestilenza moderna.
Se anche si volesse portare solo buone notizie, si alimenterebbe rabbia, gelosia, invidia, una frustrazione invisibile, che è già parte di quel male da cui ci siamo fatti catturare.

IL SUBDOLO NEMICO DELL’UOMO
Dobbiamo per forza ammettere a un certo punto, che se il male esiste, esiste anche una forza completamente differente che chiamiamo il bene. Noi che vogliamo vedere per credere, stiamo solo facendo il gioco di una sola delle due parti, che è molto più infima e nascosta di quanto si possa credere. Molto probabilmente chi si sente migliore, ed ha potere su molte altre persone, sarà anche più attaccato da questa entità.

avvocatodeldiavolo1Ricordiamoci il bellissimo film, l’Avvocato del Diavolo, ascoltiamo bene le parole di quell’uomo (interpretato da un Al Pacino incredibile) che incarna il principe del male sulla Terra, proprio alla fine, viene sconfitto ma tiene a sottolineare che ci riproverà ancora e ancora e ancora,  a prendersi ciò che desidera. Cambiando astuzia, stuzzicando le numerose parti più sensibili umane, e dice chiaramente, che la vanità è il suo peccato preferito. Le persone di oggi, pure quelle più umili, si trovano in una società in cui per essere qualcuno e venire ascoltate, devono mettersi in mostra con gesti che abbiano qualcosa di artificioso e davvero grande. Il male (nei vizi più vari) fa spettacolo quindi è la strada più semplice.
Assuefazione e sempre più disponibilità di mezzi per drogarsi. Nel frattempo perdere il senso della realtà e delle più forti capacità personali, oltre le proposte offerte dal teatrino dell’orrido.
I giovani vi si prestano sempre più, ai giochetti spietati del male, cresciuti con i modelli fantastici, inoculati fin dalla nascita. Mostrano da prima il lato nudo del corpo per attirare l’attenzione, punto forte di quella “fanciullezza” che domina i desideri del mondo, poi si ingegnano per diventare i capo branchi delle nuove mode che portano però sempre nel risvolto la firma del solito padrone.
Inutile cercare una fonte, per volere bloccare questa violenza, siamo i soli a poter dire no, chiudendo il circolo del veleno. Rimanere senza maschere, essere un modello davvero controcorrente, rinunciando all’arido sensazionalismo, a favore di una vita che con più fatica e con una quotidianità semplice, porta a una realizzazione piena e duratura.

LA CRONACA PRIVA DI ALCUNA STORIA
Una storia, la sua trama, il suo epilogo e la morale.
I fatti di cronaca nera, pur avendo una trama, allungata all’estremo, per avvincere vecchi e nuovi lettori-spettatori, si ridimensiona  a un giallo a cui dai tu un finale, e per forza è quello giusto. Ascolti mille volte i soliti fatti, ed ogni volta ne trai un sadico piacere nei suoi particolari. Se a livello mediatico  commuoverci per funerali di Stato di nostri “portatori di pace” nelle zone di guerra  o di un personaggio famoso di cui si sa ben poco,  ci fa davvero nobili , come se fossimo lì sempre in prima fila sui fatti importanti del mondo, perché dilettarci di omicidi e violenze non ci fa ammettere che ci rende in parte lo stesso assassino?

Charles Manson è un personaggio a cui è stato dedicato negli anni, un interesse fin troppo ampio, che gli ha regalato quella celebrità che andava ricercando sostanzialmente in tutta la sua vita. Per questo si ripetono annualmente servizi, narrando la stessa storia, propagando le sue parole da Messia del male più assoluto, in qualche modo le riceviamo pur già conoscendole, ma non giriamo canale, e se esce un libro su di lui magari lo compriamo.
violenzavisiva1Tutta questa confidenza con le manifestazioni più visibili del male, porta inesorabilmente a non riconoscere quello che pugnala alle spalle, dissanguandoci poco per volta. Come per la droga, ci diciamo, ma si è solo curiosità, oppure troviamo diverse scuse tra cui farsi moralisti e furbi, tanto si può smettere in ogni momento. Oppure ci fa dire: a me non sarebbe mai successo!
Con che criterio vengono scelti i casi che poi per anni, trito e ritrito entreranno nelle nostre case e nei nostri pensieri?
Se davvero avessimo la concezione del male e del suo gioco perverso, avremmo già detto no da molto tempo, non lasciando piede libero a certe tematiche anche alla portata dei più piccoli. Quei piccoli che intendono oggi l’horror non come l’incubo dell’uomo nero (esterno), ma una cosa che può accadere piuttosto spesso in ogni contesto sociale (senza età o differenze culturali), e che porta anche molta attenzione su di sé.
Un grande sabotaggio è stato lo smantellamento delle fiabe antiche con la loro morale, oggi parecchio aiutato dai film proposti ai giovani con effetti speciali, e i vari tagli essenziali nei simboli che parlano all’inconscio. Toccare le storie con cui molte generazioni di bambini sono cresciute, per renderle “moderne” è una vera e propria macchinazione del pensiero. A meno che non si vada in ricerche specifiche, è ormai sempre più difficile trovare quella voce che grida nel deserto. Si prende ciò che ci viene dato e basta. maleofferta

CONOSCI IL TUO VERO NEMICO
In chiusura vorrei far notare che spesso è indispensabile, andare oltre i propri confini per aprire la mente, dal momento che si avverte che c’è qualcosa che non va, con attenzione bisogna carpire i segreti meccanismi con cui identifichiamo la realtà. Com’è possibile ricadere sempre li, nella nostra  “droga quotidiana” anche se sappiamo essere una fonte ricca di preoccupazione e di stress. Riempirsi solo di ciò che fa male, ci inquina, ci fa ammalare, ci da assuefazione, paradossalmente per sentirsi “vivi”.

Un detto orientale preso da un prezioso libro “L’ arte della guerra” di  Sun Tzu , dice:

  • “Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie”

Usciamo fuori dall’abitudine, ed ascoltiamo anche ciò che ci è sempre tagliato, omesso per non farci arrivare alla verità che conta.  Proviamo a pensare con un’altra mente, non dico di cadere tra le braccia di nuove dottrine pseudo-religiose che poi sono sempre le stesse rimaneggiate a piacimento di pochi.  tentazione1Dico solo di aprirsi un attimo, non guardare al sangue e le ferite, ma partire dal principio: il percorso, l’attitudine, i sogni infranti, l’infanzia. Sotto strati di pellicce, arrivare alla vera essenza, dove vuole insinuarsi ad ogni costo quel male che diciamo non esistere, è un granellino di sabbia, ma talmente vasto quanto l’universo, li ci sono le risposte a tutto, il vero senso della vita. Non lasciamo ci venga preso, tanto ingenuamente. E’ ciò che ci rende tanto preziosi.  Non sprechiamo questo tempo, non rimaniamo impassibili spettatori, ma lottiamo nel nostro piccolo, e aiutiamo a capire anche chi ormai crede di aver già perso tutto, perché ha rinunciato.

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