1000 Modi per Morire e far morire il “buon” horror.

fumetti horror

1000 MODI PER MORIRE … è il titolo di un programma tv statunitense, uscito circa nel 2008 ma che da noi sta attualmente ripassando sui canali digitali ogni notte. Un titolo che sembrerebbe quasi un invito, a una via di fuga per non dover più sopportare, un mondo di sofferenza e impossibilità nel poter cambiare le cose. In un certo senso è cosi.  Composto ogni puntata  di numerosi piccoli episodi che si dichiarano come fatti assolutamente reali e certificati (da chi?), dove la morale finale è uguale per tutti: non compiere lo stesso stile di vita dei protagonisti (sono inclusi ogni genere di vizi capitali), altrimenti andrai incontro alla morte più cruenta! E’ indubbiamente una falsariga delle vecchie storielle macabre satiriche,  narrate da mostriciattoli tipo Creepy, che noi abbiamo meglio conosciuto a fine anni ‘80 e primi ‘90 come lo Zio Tibia. Insomma per “vendere” ci stanno riproponendo un genere da 5 stelle (ma ormai datato) diretto e sceneggiato da grandi nomi quali George A. Romero e Stephen King, come uno squallido articoletto di giornale di cronaca nera misto al Gossip ciarlano-paesano più maniacale, puntato a carpire i segreti di quel vicino di casa dalla faccia cosi pulita e che sembrava tanto bravo.
Questo voler trasformare le nostre paure più inconsce come un dato di fatto, una normalità di ogni giorno, toglie tutto ciò che ha significato fino ad ora la fantasia, il piacere di avventurarsi nell’oscuro, scoprendo che come un incubo infine è destinato a svanire, il più delle volte (meno male) scoprendosi più forti del nemico numero 1: LA PAURA.          Sono viaggi dentro il lato più nascosto, con storie che toccano il centro, il tema che si tende ogni giorno maggiormente ad evitare: LA MORTE; che viene vista come la fine e la sconfitta. Il più delle volte tendiamo oggi preferire la sfortuna altrui, riempirci di immagini strazianti, osservare volti simili al nostro eppure capaci di qualsiasi nefandezza.
Numeri elevati di chi a nostra differenza è già caduto, storie che non ci si racconta più per migliorare o prendere più coscienza dei limiti, ma diventate chiacchiere da bar e leggende metropolitane arricchite di nuovi particolari. Siamo cosi istruiti a criticare credendoci migliori e anche più furbi, di una massa enorme e indistinta di gente.
E’ davvero incredibile quello che la mente può fare anche a distanza di tempo, sulla nostra quotidianità, come può associare un sentito dire per una realtà, qualcosa di possibile in ogni momento, circostanza e praticabile da ogni persona.
Parlo per chi adesso ha dai 30 anni in su, la fonte primaria quando eravamo bambini-ragazzini, erano cartoni animati cmq in parte censurati nelle parti di confine del lecito in temi di sesso e violenza, soprattutto il primo … c’erano però anche i fumetti, fortemente ispirati da autori del fantastico e del nero psicologico che ancora oggi rimangono gli intramontabili seppure di nicchia. Nomi come Edgar Allan Poe, Mary Shelley, Bram Stoker, H.P Lovecraft, Richard Matheson.

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Creepy e i suoi racconti

Fumetti quindi che venivano visti sempre più raccapriccianti  ed i primi istigatori di violenza secondo gli adulti, come del resto si è detto e ridetto anche della musica rock;  ma in realtà un mondo distintamente creato da noi  e  a parte, in grado di mantenere aperta la porta della creatività e del sano piacere di scoprire i lati umani più nascosti in una chiave, parecchio umoristica. Insomma quello che dovrebbe essere qualsiasi forma di arte: un hobby, un passatempo, ma anche una spinta verso ricerche più importanti. Oggi, specialmente in Italia, si è perso il gusto del leggere, si preferisce vedere un film (si parla di quelli recenti), fare ricerche già sintetizzate da altre menti, oppure voracemente sbirciare fotografie molto elaborate e con poche righe di spiegazione. Nella velocità, tra i molti impegni si prende quello che ci viene dato appositamente su misura proprio per le nostre esigenze.
E la scelta sembra davvero inesauribile, sempre lì a portata di mano, non serve neppure fare un passo.
Questo è un grande aiuto certamente, di fronte al grande problema attuale, cioè la mancanza di tempo. Ci si deve adattare per forza no?!
Ma non è vero che ci manca il tempo, è solo un’idea.
Tenendo spenti televisore, e connessioni internet, ci accorgiamo che oltre le ore di lavoro, siamo continuamente raggiunti da buoni stimoli, che se non riusciamo trattenerli a lungo.  Tutto si riaccende in breve per poterli al più presto ritrasmettere ad altri, come assolutamente straordinari. L’immagine di tutto questo, mi rievoca una fontana, la sua acqua e il circolo continuo, entra, esce, ma giro dopo giro si sporca, perdendo il suo fascino iniziale. Quella freschezza.
Trasmettere vecchie memorie e valori potrebbe oggi essere un grande impegno, qualcosa di vero e di non sentito dire, non immagini, non righe copiate … anche se troppo personali, servirebbe anche un solo frammento  nostro , vero e da condividere, che sia nel bene ma anche nel male.
Non posso sopportare quindi le riduttive trasmissioni e rubriche come 1000 modi per morire , prive di ogni letteratura e stimolo alcuno per far fuoriuscire in modo sano, creativo quelle forze interiori che a lungo andare possono nuocere, accumulando nell’animo, solo immagini del lato fisico e penoso della vita.
Semplicemente si passa quasi tutto il tempo a subire, ricevendo già i finali, descritti in pochi minuti, con un misero brandello  del tessuto di tensione con cui arrivarci, tutto cosi reale ma pure cosi scontato.
Se si vuole conoscere la vera essenza di questo genere, bisogna per forza tornare alle vecchie serie tra cui voglio ricordare intanto:
- I racconti della Cripta (conosciuti anche come i racconti di mezzanotte)       1989-1996;
-  Freddy’s  Nightmares (racconti di vario genere come per narratore un    perfido ma super ironico Freddy Kruger) 1988-1990;
Venerdi 13 la serie ( racconti legati a oggetti maledetti venduti a ignari clienti) 1987-1990;
- Ai confini della realtà (ogni episodio tratto da storie di grandissimi scrittori) 1959-1964;
-    Ai confini della realtà degli anni ’80   1985-1989;
-    Ai confini della realtà anni 2000 con riedizione di vecchi episodi;
-   Serie Alfred Hitchcock presenta  (piccoli film episodi, perle presentate dal mitico regista come narratore iniziale e finale) 1955-1962.

Sicuramente ne sto dimenticando anche altre, ma queste sono l’essenziale per riavvicinarsi all’incubo mentale, senza mettere in primo piano, solo il sapore del sangue.

ddpartitaconlamorteAssuefatti anche a real tv e nuovi indagatori del mistero (povero nostro vecchio compianto Dylan Dog), ci domandiamo se esistono Vampiri e fate, senza alcun riscontro oggettivo, perdendo il senso di questi fantasiosi personaggi, nostro stereotipo.  Da dove sono nati? Abbiamo letto quelle pagine dove sono effettivamente vivi e possiamo incontrarli? Ci sono libri ma anche poche pagine in grado di riempirci senza bisogno di vedere, storie che nessun film potrà mai racchiudere interamente nella loro bellezza fatta soprattutto di emozioni. Visto che in passato abbiamo avuto sia il modo che il tempo che oggi sembra non esserci più, di riempirci di tali meraviglie, e che possiamo dire  ci hanno davvero salvato più di una volta dal “morire” dentro,  trasmettiamo questo a chi rimarrà dopo di noi. Invitiamo a cercare le radici, di ogni cosa che ci mostrano come la realtà indiscussa. Invitiamo a ricercare ciò che ci rende degli umani e non del bestie pronte in ogni momento a massacrarsi o farsi massacrare.
Chi si nutre della nostra paura vuol solo essere l’unico immortale.
Non possiamo finire cosi.
Quello che ci rovina non è l’horror in sé, bensì avergli dato il modo di entrare nel nostro mondo, con forza e potere. Bisogna rimetterlo al proprio posto.

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