LE TRE FOGLIE DELLA SERPE ANALISI DELLA FAVOLA.
IL CORAGGIO, LA DONNA E LA MORTE.
Probabilmente tutti noi abbiamo una favola speciale che ci narravano ripetutamente da bambini, portandola poi dentro fino a qui, nei nostri anni da adulti. Le sensazioni che ci da ascoltandola, sono sempre le stesse, possono essere di dolce speranza, oppure di angosciante paura. Alla fine comunque la giustizia del bene, sembra vincere sempre sul male, dipende da che parte stiamo. Normalmente ci si impersona con il/la protagonista principale, che prima di raggiungere il tanto agognato: e… vissero tutti “felici e contenti”; ha da intraprendere le strade più impervie, rischiando continuamente la vita e con essa quel sogno stesso che è fonte di un coraggio davvero da ammirare, anche in tempi come i nostri. La storia che ha colpito particolarmente la mia fantasia, e ho voluto condividere con voi, me la raccontava molti anni fa, una nonna sicuramente avanti nel tempo, pur non sapendolo. Si tratta di : “Le tre foglie della serpe” scritta dai fratelli Grimm, e rispetto ad altre fiabe più famose è per un qualsiasi bambino, fin troppo perfida.
Se la sentissimo narrata oggi, forse potremmo anche crederlo un fatto vero, ormai ci hanno abituato a qualsiasi notizia. Siamo quasi completamente assuefatti al lato peggiore umano, steso spudoratamente alla luce del sole, alla portata di tutti, senza neppure chiedere il permesso. In alcuni luoghi del mondo, come l’India certe pratiche, descritte in “Le tre foglie della serpe” sono ancora conosciute e tenute in considerazione come pratiche religiose, per noi occidentali dal risvolto decisamente macabro.
Quello che in realtà, può sorprenderci, penso sia la morale intera (non solo finale) che ci arriva. Vediamo un po’: l’eroe della storia, è un uomo che pur arrivando dalla situazione più disperata, ovvero la povertà di un misero anonimo villaggio tra tanti, riesce a raggiungere il successo grazie al suo grande coraggio e un profondo senso di lealtà.
Trovandosi poi di fronte a una scelta ancora più improbabile, lasciata perdere da molti altri uomini, forse sentendosi giovane, e un tantino invincibile, dopo tante fortune inaspettate che ha ricevuto. L’eroe sfida nuovamente la morte per un bellissimo sogno d’amore. Un amore che mancava a incoronare tutto quel successo, fa quindi la promessa più grande che davvero nessuno , specie nel nostro presente, avrebbe mai la forza (o meglio il coraggio) di fare.
C’è chi si vende l’anima per pochi attimi di gloria, pensando che non ci sia nulla di peggio che non farlo, ci si sente dei prescelti, intoccabili, “divini”, la cosa più sconcertante è che dopo tanti premi non si è coscienti di ciò a cui si andrà incontro poi … forse siamo troppo abituati a vedere molte promesse stracciate o semplicemente gettate via al vento come se niente fosse.
Sembra come se , bastasse svegliarsi un giorno dicendo basta! Per voltare pagina e ributtarsi in nuove ricerche e prove, ma senza pensare minimamente che questi desideri, ancora irreali possono cambiare sensibilmente la realtà di altre vite, che sono ormai legate alle nostre scelte e chiedono il giusto impegno.
Da sempre l’uomo si è scontrato con la paura della morte, ed ha cercato in ogni modo di allontanarla, senza grandi risultati, perché tutto ciò che alla fine fa è solo pensarci, continuamente. Ogni sua azione, o lotta, è un elaborato giro intorno a quel punto di domanda.
Come esorcizzare dunque questa paura? Sembra si sia scelto di andare contro gli schemi, abbracciando quello che questa terra “sembra” offrire per lenire il dolore, fisico e mentale. E’ la ricerca infinita di un modo per annullare il ciclo del tempo e le sue stagioni, che nel frattempo comunque passa e ci avvicina alla grande risposta che già si conosce, LEI ( naturalmente femminile): la gelida morte. Si resta insomma attaccati ben saldi a terra, e non si vuol ascoltare la coscienza che proprio in questa paura vuol mostrare qualche significato ma dal peso troppo grande da sopportare. O almeno è questo che si crede, per pura difesa.
Donarsi a un’altra persona per tutta la vita.
Non è più questo che vediamo in un matrimonio. Forse una delle due parti lo crede possibile, ma una sempre meno, è la regola della compensazione forse? Diremmo prontamente senza troppo pensarci sopra che è la donna quella che ci mette di più per l’unione della propria famiglia … la principessa della fiaba: le tre foglie della serpe , è lei che chiede fin dal principio, un impegno da cui non si può fuggire. Forse non era suo intento venire data in sposa, a chi del suo stesso lignaggio, non mancavano soldi e prestigio, ma sicuramente i vecchi saldi valori, come quelli stoici, in cui primeggia la “fortezza”; o forse era certa che non sarebbe mai arrivato nessuno fino a quel punto, ma si sbagliava, è stata trovata, amata e accettata, insieme alla clausola maledetta, da una brava persona, come poche.
Si sposano. Tutti sono felici, ma questa volta è solo l’inizio e non la fine della storia, avremmo forse voluto che le cose andassero diversamente, per darci ragione su quello che pensiamo delle donne rispetto alla famiglia. Che si danno tutte, anima e pure corpo. Eppure ci domandiamo a questo punto: Che cosa avrebbe fatto lei al posto di lui? Ci sono dei dubbi.
Ma invece è andata cosi: dopo una malattia improvvisa, si è spenta per prima, ancora giovane, legando lo sposo al suo destino per sempre, nella morte. Ricordo il mio stupore, vedendo nella mente, chiuso realmente nella cripta questo giovane, con il corpo dell’amata che pian piano sicuramente imputridiva, nei giorni che passavano, avvertivo la sua paura, ma mai un solo rimorso per quello che finora aveva scelto, portandolo fino a li.
Sappiamo il seguito: miracolosamente, ancora una volta il destino ha dato una possibilità, lei è ritornata dall’ombra, con cure magiche e oscure ma non più la stessa. Si è forse resa conto di non essere cosi giovane e invincibile? Capisce che cosi legata dallo stesso vincolo da lei richiesto, rischiava più facilmente di dover tornare nell’oblio?
Eccola li la morte ad aleggiare, reale, non più cosi lontana.
“Il suo cuore pareva mutato.”